Rebibbia: questa è la mia casa

il banchiere Denis Verdini

Rebibbia finalmente, e non poteva essere altrimenti per il signor Denis Verdini, classe 1951, visto il curriculum giudiziario che si è costruito in tutti questi anni di affari politici.Si perchè la sua carriera politica inizia nel 1980 sotto la bandiera del partito socialista italiano,per poi in perfetto dribbling politico indossare molte altre giacche, e per finire nel 2015 fonda il gruppo politico Alleanza Liberalpopolare-Autonomie.

La sua banca, il Credito cooperativo fiorentino, detta anche la “banchina dei preti”, dove ne diventa presidente nel 1990, e per 20’anni ne esercita pieni poteri. Un pozzo di denaro per amici, e amici degli amici, che ne comporta un buco da ben 60, 5 milioni di euro.Lui da le dimissioni nel 2010, mentre la banca fallisce nel 2012.

I piccioncini

Sente puzza di carcere l’ex senatore, e così benedice la relazione intrapresa dalla figlia Francesca 26 anni con il leader della Lega e politico del “momento” Matteo Salvini di anni 47. Tutto ci fa pensare visto il personaggio, che questa situazione non possa far sperare ad una benevola svolta giudiziaria.

balle?

La condanna. Nel luglio 2018 viene condannato in primo grado a 9 anni di reclusione, poi ridotti a 6 e 10 mesi, per via della prescrizione(maledetta) di alcuni reati.Il 3 di Novembre 2020 la corte di cassazione conferma la condanna a 6 anni e 6 mesi di carcere.Da notare un’altra limatina di 4 mesi sempre per prescrizione di alcuni reati.Delusione ovviamente per il suo avvocato Franco Coppi, che aveva tentato l’annullamento della sentenza, e un nuovo processo. “Eroico” il gesto del condannato di presentarsi spontaneamente alla sua nuova residenza.

Questa è la mia casa, e non poteva essere che Rebibbia per questo soggetto, che ha sottratto fiumi di denaro, in un momento di grande fragilità economica, iniziato nel 2008 con la grande crisi, e arrivato alla mazzata finale con il covid nel 2020. Speriamo almeno che sia carcere vero, perchè i soldi rubati non tornano più…

Pubblicato da Panozzo Enrico Omar

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