Chi sono quei 60 mila rider, o volgarmente chiamati “ciclofacchini” che tutti i giorni scorrazzano per le nostre città, per consegnare le nostre ordinazioni on line. Una bella domanda senza risposta, o meglio senza un nome, perchè questi signori lavorano per delle aziende digitali di delivery food, e vengono classificati come lavoratori autonomi o occasionali.
Nel luglio 2019 è partita un’indagine, dopo alcuni incidenti che hanno coinvolto i cosi detti rider nel milanese, e poi estesa al resto del territorio nazionale, ed è emerso che questi lavoratori non hanno nessuna copertura in caso di malattia o infortunio, in più se si vogliono prendere qualche giorno di riposo l’algoritmo li penalizza sulle ordinazioni, e di conseguenza vedersi scendere nel “ranking” e al rientro lavorano meno. Assurdo!https://www.open.online/
La procura di Milano il 23 Febbraio 2021 dopo quasi 2 anni di indagini chiude il cerchio e multa per 733 milioni di euro le 4 società di delivery food operanti nel nostro territorio, e obbliga entro 90 giorni di assumere con contratto di lavoro subordinato , tutti i 60 mila operanti.
Fine della smart schiavitù? Qualcosa si è mosso, visto che una delle quattro società interessate, la Just eat ha annunciato una serie di assunzioni a tempo indeterminato, mentre le altre invece hanno preso la via del ricorso, dichiarando che i lavoratori “hanno infatti la libertà di accettare o meno una proposta di consegna, la possibilità di scegliere in totale autonomia gli orari di collaborazione in base alle proprie esigenze e le loro prestazioni non presentano elementi di continuità, esclusività e regolarità” e perciò da considerarsi autonomi.
Chiamami per nome. Siamo nel terzo millennio e siamo qui a parlare ancora di sfruttamento del lavoro, dal precariato ormai diventato una prassi , al cottimo digitale, dove la crisi ha fatto esplodere la disperazione economica. E se un tempo questi “lavoretti” erano un piccolo sostegno o l’arrotondamento di uno stipendio, adesso sono diventati dei veri propri lavori, dove molte persone si impegnano per dare un sostegno economico alla loro vita. Diamo un nome e soprattutto una dignità a tutti questi lavoratori, è un dovere civile senza trattativa…https://www.homosaccens.it/la-dignita-che-verra/