Il ministero della transizione ecologica presieduto dal ministro Roberto Cingolani ha dato il via libera al progetto Teodorico per l’estrazione del gas al “largo” del delta del po’. Ma le comunità di Emilia Romagna e Veneto che si affacciano sull’adriatico sono sul piede di guerra.A rischio c’è tutto un ecosistema e la pesca, risorsa economica molto rilevante nella zona.
L’azienda Australiana PO VALLEY (nome tutt’altro che ecologico) e la società proprietaria delle piattaforme SELVA onshore, e appunto TEODORICO offshore, (ispirato dal re ostrogoto) e sono specializzate nell’estrazione del gas, che a quanto pare sotto il mare sembra esserci un grosso giacimento di metano.
Rischi Ambientali. Prima di tutto la pesca, risorsa economica naturale irrinunciabile per il polesine, e il grave e negativo impatto che l’inquinamento avrebbe su alcune specie presenti nell’area, come il delfino e la tartaruga, i rischi per le aree SIC che ospitano preziosi habitat marini e i danni irreparabili che potrebbero essere causati da episodi di fuoriuscite di materiali oleosi, che a causa delle correnti stagnerebbero nel Delta.https://www.parcodeltapo.org/home.php
Ricordate? il referendum che ci fu il 17 Aprile 2016 abrogativo sulle trivelle, e malgrado la netta vittoria dei si 85% quasi 15 milioni di voti, si fermò al 31% degli aventi diritto al voto, è perciò non raggiungendo il quorum fu un fallimento. Il premier di allora un certo Matteo Renzi esultò.
Guarda caso. Il ministro Cingolani si difende dichiarando, quelle trivelle erano già lì.
C’erano delle autorizzazioni, le ho trovate, erano state completate, non posso fare una operazione scorretta, ne abbiamo semplicemente preso atto. Non c’è nessuna trivella nuova, non le ho autorizzate io. Ma guarda caso il “buon ministro” è un vecchio frequentatore della Leopolda Renziana, e se tanto mi da tanto non vedeva l’ora di sbloccarle…
Teodorico il gas nemico. Il dicastero della transizione ecologica nasce in sostituzione del ministero dell’ambiente, ed è fondamentale per ottenere i fondi del recovery plan. I 5 punti chiave si basano sulle energie rinnovabili, agroecologia, mobilità a zero emissioni, STOP ALLE TRIVELLE, e la biodiversità. Mi sembra che siamo partiti maluccio…che dite?