AGRICOLTORI : che ne sai tu di un campo di grano..

I governi sanno solo tagliare, e sempre dalla parte del più debole, ed ecco così che parte l’ennesima protesta , questa volta a scendere in piazza sono gli agricoltori, che vedendosi ulteriormente vessati sia economicamente che da regole di produzione sempre più restringenti, non ce la fanno più.

Il tutto parte…

 La protesta ha cominciato in Germania all’inizio dell’anno. Il governo Scholz è da mesi alle prese con un buco di bilancio di 17 miliardi di euro, e lo colma con una serie di tagli in più settori. Tra le vittime anche il sussidio al carburante agricolo. Una scelta che, in tempi di crisi economica e inflazione, manda su tutte le furie il settore dell’agroalimentare. Migliaia di piccoli imprenditori agricoli organizzano blocchi stradali e cortei in tutte le città tedesche. I trattori, usati per marciare e per interrompere il traffico, diventano subito il simbolo della protesta. Nelle settimane successive cortei di trattori vengono organizzati in Grecia, Romania, Polonia, Belgio.

Non solo il prezzo del gasolio

La strategia Farm to Fork che prevede che un 4% dei terreni nelle imprese agricole sia lasciato a riposo, per favorire la rigenerazione naturale dei nutrienti. I proprietari riceveranno dei sussidi per il rispetto di questa norma, ma la piazza non li considera una soluzione accettabile.

Cosa prevede la Farm to Fork?

  • Garantire una produzione alimentare sostenibile;
  • Garantire la sicurezza alimentare;
  • Favorire una filiera alimentare sostenibile dall’inizio alla fine: dalla lavorazione alla vendita (sia all’ingrosso sia al dettaglio), e anche i servizi accessori, come l’ospitalità e la ristorazione; 
  • Promuovere il consumo di cibi sostenibili e sostenere la transizione verso abitudini  alimentari sane;
  • Ridurre gli sprechi alimentari;
  • Combattere le frodi alimentari lungo la filiera.

Anche l’agricoltura biologica con quel 25% di terreno agricolo destinato a quel tipo di coltivazione no va bene, in aggiunta la limitazione all’uso dei pesticidi.

E in Italia?

Nel nostro paese la protesta viene avviata da un certo Andrea Papa imprenditore agricolo, che in poco tempo crea il movimento dal nome eloquente di Riscatto Agricolo, e le motivazioni principali del dissenso sono gli ultimi provvedimenti del governo, che ha rimesso l’irpef sui terreni agricoli, o delle politiche agricole europee che consentono di importare le materie prime da paesi dove i costi sono più bassi» dice Papa. Ma anche «dello squilibrio tra quanto ci vengono pagati i prodotti e il loro prezzo di vendita». Una delle prime domande sulla chat infatti era stata: «Un chilo di grano ce lo pagano 25 centesimi, ma quanto costa un chilo di pane al supermercato?

Il mondo agricolo è un rebus di regole, che a volte non vengono rispettate(vedi pesticidi),ma una cosa è certa, se ci fossero i guadagni giusti,(si finisce sempre li) molte irregolarità per sopravvivere non ci sarebbero. Pensate che nel 1910 la percentuale del prezzo di un bene agricolo che finiva nelle tasche del piccolo produttore era del 40% circa. Nel 1997 questa percentuale si è ridotta fino al 7%. E ora è scesa ancora di più, non aggiungo altro..

Pubblicato da Panozzo Enrico Omar

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